Di mamma non ce n'è una sola |
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Sabato 23 Febbraio 2013 14:15 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
![]() Di mamma non ce n'è una sola, ci sono tanti modi di essere madre. Purtroppo nel dibattito attuale che si percepisce e si respira tra i vari blog e siti che parlano di maternità, questa consapevolezza non c'è. Si ragiona in modo dicotomico, come succede spesso quando si parla di donne: o sei una sciacquetta, bella e stupida, oppure sei bruttina ma intelligente (o perlomeno con un cervello allegato).
Lo stesso è per le madri. E i modelli sono sempre e solo due.
O sei allattona (che convenzionalmente chiameremo mamma tipo A), casalinga e con 5 bambini che ti tirano i vestiti (magari pure un po' grassoccia e vestita eternamente coi pantaloni della tuta sgualciti sulle ginocchia), oppure sei donna in carriera con tacco 12 (mamma tipo B), alta e con caviglia finissima, che con i-pad o smartphone viaggia per il mondo perchè tanto c'ha uno stuolo di tate o un papà che si occupano di uno o massimo due bambini a casa.
La mamma A ha partorito in casa (meglio in "unassisted childbirth") con il miraggio dell'orgasmic birth (anche se il meccanismo per il quale si possa avere un orgasmo in travaglio non le è ancora chiarissimo), applica la disciplina dolce, porta i pargoli in fascia, condivide il letto coi suoi figli (ovviamente con la vita sessuale siamo al patatrac), allatta i suoi debosciati eterni bebè incapaci di affrontare le frustrazioni fino ai 18 anni d'età, pratica l'autosvezzamento, legge Odent e Gonzàlez, non lavora, magari aggiorna il suo blog che si chiama mamminaqualcosa.blogspot, frequenta i corsi di baby massage, mangia bio o meglio vegan, usa i pannolini lavabili (o meglio pratica l'elimination communication), crede nella decrescita felice e frequenta gli incontri della Leche league. Del padre parla poco anche perchè ha solo il ruolo di accompagnatore agli incontri della Leche league. Dà dell'egoista alla mamma di tipo B e pensa che ella avrebbe dovuto, anzichè fare un figlio, prendersi un gatto. Anzi no, perchè anche il gatto richiama cure, meglio allora un pesce rosso o, meglio ancora, un statuetta di Capodimonte (che richiede solo una spolveratina ogni tanto). La mamma di tipo B ha partorito in clinica con un cesareo programmato o con epidurale da cavallo e non ha detto nemmeno "ahi", crede fermamente nel progresso dato dalla nascita medicalizzata, applica il metodo estivill, tiene un blog che si chiama mammacattivissima.org, o mammachefigliastronzaho.blogspot, mangia 4 salti in padella perchè non ha voglia (e tanto meno il tempo) di cucinare, legge la Badinter, non allatta al seno e se lo fa lo fa per il meno tempo possibile, somministra omogeneizzati a profusione, usa i pampers e fa una smorfia di ribrezzo al solo nominare i pannolini lavabili (difende però la sua patina green citando uno studio inglese sull'impatto dei pannolini), fa uso smodato di gadget di ultima generazione come lo scaldabiberon a cialde, sdraiette telecomandate, passeggini ufologici che solo il bagagliaio di un suv può contenere. Ah dimenticavo: va dal parrucchiere ogni settimana e ovviamente lei e suo marito hanno un'attivissima vita sessuale. Del padre comunque parla poco poichè anche lui smanetta con l'ipad, ha un impiego strafigo e fa da taxista ai figli a scuola e nelle attività extra scolastiche. Dà della tettatalebana alla mamma di tipo A e le viene l'orticaria a leggere i post dei blog mammaeschi in cui si ripropongono le ricette della tradizione familiare della bis-trisavola con un tempo di preparazione di 5 giorni almeno. Lei per queste cose non ha tempo, sia chiaro.
Ma vi sembra il caso, mamme e donne, di rigirarci addosso questa diatriba ancora per molto? Non siete stanche dei dibattitti tetta sì tetta no, o metodo estivill sì e metodo Grazia Honegger Fresco no? Io sì e molto. Se qualche anno fa partecipavo ora cerco di dileguarmi (ma a volte ci casco pure io) come Dracula alla presenza dell'ostia consacrata.
Di mamma non ce n'è una sola, ce ne sono tante ed ognuna ha diritto di scegliere per sè e per il suo caso specifico di donna e di genitore. So perfettamente che la libertà di scelta è difficilissima da praticare e che la decisione consapevole è ben rara ai nostri gorni, ma è uno degli obiettivi da perseguire. Non ingessiamo il ruolo di madre a dei comportamenti particolari o ad uno stile di accudimento specifico. E' antidiluviano pensare per esempio che tutte le madri possano allattare fino ai due anni del bambino. Rischiamo di fossilizzare la madre sufficientemente buona in alcuni clichè da cui non usciremo. Tanto più che ai nostri giorni si sta mettendo pure in discussione la costituzione tradizionale della famiglia in sè. A volte, e sempre più spesso, la famiglia non è più una madre ed un padre, ma due padri o due madri, o una madre sola ed un padre solo. Potremmo mai dare dei giudizi su un tipo di famiglia (chiamiamolo) "non convenzionale"? Allora per favore asteniamoci dal dare giudizi su ogni decisione che una madre prende, perchè mi pare che alla fine questi dibattiti siano dettati da tanta demagogia e ideologia più che da una vera comprensione e ascolto della condizione dell'altro.
Non pensate che la questione femminile abbia bisogno di fare qualche passetto in più?
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